mercoledì 26 ottobre 2011
storia breve di Conte
Conte era un nobile. Dentro e fuori. Aveva 5 anni ed era arrivato a casa che aveva qualche mese.
Era un siamese assai raffinato e non miagolava mai a sproposito.
All'inizio non andava tanto d'accordo con Teodora, un altro gatto maschio, piuttosto prepotente.Si arruffavano di continuo.
Qualche volta però si accucciavano sul mio letto e si coccolavano a vicenda, slinguazzandosi vicendevolmente con fare discreto.
Quando mio padre sedeva sulla panca in cucina per vedere la tv, lui sostava alle sue spalle e gli poggiava una zampetta sulla schiena, come per dire: papà io ti capisco, sono con te.
E non aveva nemmeno protestato quando lasciato solo con mio padre per due mesi, lui l'aveva sovralimentato facendogli perdere la lucentezza del pelo.
Gli avevamo fatto costruire una piccola baita coibentata per il cado e il freddo, dove lui si infilava sempre molto volentieri, aveva capito all'istante che sarebbe stata la sua cuccia.
Quando tornavo a casa dopo vario tempo mi riconosceva e mi si strusciava addosso per lasciarmi il suo pelo come marchio di territorio. Noi tutti eravamo suoi.
Specie mia madre, con la quale aveva un rapporto simbiotico.
Si capivano all'istante.
E' morto tra le braccia di mia mamma, di infarto. Ha emesso con un rantolo agghiacciante e si è spento. Le lo ha tenuto in grembo e gli parlava con dolcezza, e lui la fissava come per dire 'aiutami'. Non c'è stato niente da fare.
E' stato atroce, tra l'altro gli animali domestici sono rifiuti speciali...non si possono nemmeno sotterrare.
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