venerdì 21 ottobre 2011

cassetti


Ci sono persone con le quali forse dovremmo parlare. Ci sono cassetti chiusi a chiave che dovrebbero essere aperti.
Le porte sbarrate e i silenzi, le cose non dette, lasciano cadere poco alla volta quella polvere che diventa cemento col passare del tempo.
Passano gli anni e pensi che non serva dirsi quanto amore abbiamo nel cuore, quanto ne abbiamo sofferto per la mancanza. Quante volte abbiamo avuto estrema necessità di un abbraccio silenzioso e per evitare di mostrarci deboli e bisognosi siamo rimasti soli in casa a fissare il soffitto.
Se nulla chiedi, nulla ti vien dato.
Già.
Cos’è quella strana sensazione che abbiamo allo stomaco quando le stiamo vicino, quando salutandola ne sentiamo il profumo, così familiare, così evocativo.
Passano gli anni, e tu ora ti accorgi che c’erano cose che potevi fare e non le hai fatte pensando fossero inutili. Le farò domani, pensi. No...non farle domani. Chiama ora quella persona e dille che hai voglia di passare del tempo con lei, vuoi fare due passi sull’argine e prendere un the coi pasticcini, ricordare 35 anni fa, chiederle quei perchè che fin’ora sono rimasti chiusi nel cassetto.
E davanti alla tazza di the si comincia con...sai che ho ripensato a quando preparavi il pasticcio della domenica?

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