giovedì 27 ottobre 2011

Possibili rinascite


Il gendarme oramai ridotto a semplice guardiano di cancelli sperduti e dimenticati, si era assopito per la noia.
Ma un rumore di passi in lontananza lo sveglia, del resto è sempre una guardia.

Ah...ecco che ritorna. Ma tu che ci fai qui? Non eri andato a prendere aria fresca?

Lo sguardo basso e le mani in tasca...si sono tornato perchè tutta quell'aria pura mi stava facendo del male. Troppa forse.

Ma come? Mi hai pure fatto cambiare mansione e ora torni in questo stato? Non era meglio se restavi qui e non mi facevi morire di noia?
Vabbè..vedo che però non devo fare tutto il lavoro daccapo.
Sono felice che sei tornato, almeno ora non sono più solo. Le tue cose conservate qui sono di un tedio mortale! Che me frega di fare la guardia ai tuoi anni di liceo, per carità!
Ora che sei tornato possiamo parlare di musica, di economia, di come il circolo polare artico si stia assottigliando.


Sono andato via perchè avevo visto una luce lontana che mi richiamava a se, ma poi nel bel mezzo della strada ho riassaporato quelle sensazioni familiari, quelle che mi accompagnano da sempre e che in un primo momento pensavo fossero svanite.
Qualcosa è successo, ho sentito risalire dallo stomaco i soliti vecchi consolanti sapori e ho deciso che era meglio rientrare. Non mi piace vomitare, lo sapevi?
Quella sensazione di succhi gastrici la odio.
Alla fine anche se non sto bene qui con te, ti conosco.Sei di famiglia oramai.

E il gendarme lo abbraccia, mi conosci e io conosco te.
Io però, durante il sonno, sono stato legato a questo cancello, c'è una catena che solo tu puoi spezzare. E io non ho più nemmeno il mio fucile.

Ma ecco che una luce flebile rischiara la notte, una strana sensazione di calore lo avvolge sulla schiena. Si volta per guardare cos'è.

Altolà, chivalà?

È l'anima che torna a riprendersi il fuggitivo.

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