lunedì 17 ottobre 2011
#38 - Corvi e nefasti presagi
Perchè mi sento come se mi avessero consumato un arto poco alla volta?
Sono ferma davanti alla sua porta, posso vedere cosa c’è dentro ma non posso entrare.
Tutti questi mesi passati a sostenerlo comincio a sentirli, sono stanca anche io e mi piacerebbe ricevere un abbraccio rassicurante.
Sento montare una pesante insoddisfazione per la sua mancanza. Il mal di stomaco si fa piu pressante e nn ci dormo la notte. Faccio sempre lo stesso sogno, noi che ci lasciamo senza nemmeno una parola, e io che ci guardo dal di fuori e mi sento impotente. Come se fosse inevitabile.
Sto cercando di prepararmi al peggio.
Alla fine devo ammettere che a queste condizioni non mi sento bene nella relazione, vorrei che fosse più presente e che non mi escludesse dalla sua vita tutte le volte che fa il pieno di stress.
Vorrei che parlasse di più e che non costruisca continuamente muri di recinzione.
Muri che io puntualmente scalo o abbatto con fermezza.
Ma ora sono esausta.
Siamo alle solite, se imparasse a dire di no sarebbe tutto a suo vantaggio ma è dura sradicare abitudini da un uomo di 45anni.
Tempo addietro gli chiesi di farsi un resoconto del tempo passato insieme. Vorrei che ora avesse chiaro cosa ha in mente per noi due, e che mi rendesse partecipe delle sue conclusioni. O dei dubbi casomai ne avesse.
È inizio luglio. Fa un caldo bestiale, la finestra è aperta e sta albeggiando.
Lui dorme, parla durante il sonno. Si agita di continuo, non è sereno.
Un corvo si apposta sul davanzale.
Inizia a gracchiare con tono possente, mi sveglio di sopprassalto sento il cuore battermi veloce nel petto e il sangue mi si gela dandomi quella sensazione di freddo tipica della paura. Ho un triste presagio.
Lui continua a dormire.
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