lunedì 24 ottobre 2011
Protosardi
C’era un tempo dove Nur si affacciava sulla sommità del nuraghe per scrutare l’orizzonte, in attesa di oscuri figuri in arrivo dal mare. Doveva avvisare il capo villaggio e tutti insieme rifugiarsi nelle profondità della terra. Sotto il nuraghe.
E cosi attendevano il passaggio delle genti, lasciavano sulla panca di pietra qualche pezzo di pane e del formaggio, il vino invece lo portavano con loro nel sotterraneo segreto.
Serviva per riscaldare la notte.
Non udendo più il tremore della terra risalivano in superficie, la pelle odorava di radici e vino, la notte era fresca e illuminata dalle stelle. Guardavano il luccichio del mare consapevoli che sarebbero ritornati.
Gli affamati, si, tornavano a prendere il frutto delle loro fatiche, ma Nur non se ne curava. Era scritto. E si lavorava anche per questo.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento