lunedì 7 novembre 2011
Niente è perduto
Il tepore della luce non poteva essere ignorato. Lo sente sulla schiena. E non può nemmeno piangere, non ricorda come si fa.
Si volta ma non del tutto, lasciando che il calore riscaldi ancora le spalle, continua a far finta che niente stia per accadere, ma la consapevolezza oramai risale dallo stomaco verso il cuore. Chiude gli occhi per un istante.
Sente male al petto. La testa gira come inebriata. Le gambe non rispondono al richiamo, ma il busto è rivolto verso la fonte. Si appoggia al gendarme, un fil di voce per supplicare un aiuto. Gli tende la mano senza guardarlo mentre l'altro braccio è attratto dalla fonte. Non vuole cedere.
Il gendarme è ancora incatenato al cancello, può solo invocare vecchi legami. Come i canti delle sirene d'Ulisse, che però oramai risuonano stonati.
Prestarvi attenzione è dunque un gioco d'abitudine, ma la fonte ha destato l'anima da antichi torpori. Il pozzo fondo millenni non è più un abisso.
Non piange ancora, e forse non lo farà.
(img courtesy of this )
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