venerdì 16 dicembre 2011

strumenti per spazi non euclidei

Ho preso un libro qualche tempo fa, volevo capire meglio chi fosse Barbi e del perchè mi fossi innamorata di tanta 'mancanza', alla fine ho capito meglio me stessa e pure il perchè di questo sentimento.
Qualcuno poi mi ha offerto spunti che sono stati rivelatori, è stato come trovarsi di fronte ad un codice sconosciuto e ad un certo punto i simboli hanno preso forme chiare e comprensibili.
Non starò qui a rivelare le mie impressioni ovviamente. Ognuno deve fare il suo percorso. Ma tutto ciò mi è servito per affrontare il lutto, ancora in fase di elaborazione chiariamo...ma meno angosciante di un paio di mesi fa.
Prima era come se mi trovassi di fronte ad una biblioteca molto fornita ma della quale conoscevo solo i titoli dei libri, ora di qualche libro ne conosco anche l'introduzione e un paio di capitoli.
Ebbene, non importa proprio sapere tutto, nè conoscere a fondo Barbi o suoi simili, quello che importa è avere un strumento, non tanto nuovo ma sottovalutato, per allontanare da se buchi neri e abissi strappacuore: farsi domande, specie quelle più scomode e dolorose. Prima te le fai prima esci dal pantano.
E pure quando pensiamo di conoscere la risposta meglio sempre chiedere.
Per esempio 2+2=4 nello spazio euclideo, con lo stesso meccanismo si può calcolare 19+34 che fondamentalmente è la stessa cosa...ovvero una somma, ma che ne sappiamo se il nostro interlocutore giace nello stesso spazio o se ci sta parlando da un universo ellittico?

(img da wikipedia)

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