martedì 20 dicembre 2011

natale a casa Felice

Ironia del cognome...
Non è proprio quello ma lo evoca.
25 anni fa si passava il natale davanti alla stufa a legna, quella economica. Nonna preparava vari tipi di biscotti e nonno organizzava la legna per dimensione dei ceppi, un tipo assai preciso.
Mi ricordo che sopra la stufa teneva un barattolo contenente della pelle di pollo per ingrassare gli stivali e tutte le mattine ripeteva l'operazione:apertura barattolo, emissione di lezzo nauseabondo, spalmatura stivali. Anche a Natale ovviamente. Poi si usciva per andare a messa, 2km a piedi in mezzo alla campagna.
Il profumo dell'agnello arrosto e le patate da mattina presto, e nonna mi svegliava che il latte con l'uovo sbattuto era già pronto fumante sul tavolo. Mi sembrava la cosa più buona dell'universo.
Teneva a contatto col corpo la mia maglia di lana e me la consegnava già calda, quello era il segno che mi dovevo alzare dal letto...faceva freddissimo e per fare colazione si doveva attraversare un pezzo del piazzale.
Sotto il tavolo della cucina c'era sempre il bracere.
Dopo aver fatto colazione si correva fuori in cortile, il freddo non era mai abbastanza e io dimenticavo spesso e volentieri che in realtà avevo una casa in città, nella quale ci viveva il resto della mia famiglia.
Ma nessuna casa era casa quanto quella dei nonni materni, nessun comfort era tale da farmi preferire un altro posto. Nemmeno ora.

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