venerdì 1 febbraio 2013

persone altrove

Elucubrazioni notturne sulle relazioni a distanza.
Mi riferisco sia alle distanze geografiche che in generale a quelle che si creano quando lui/lei è una 'persona altrove'. Altrove con un altra compagna per esempio, altrove con altra vita.

Hanno senso gli amori a distanza se non hai la minima idea di quando avverrà il ricongiungimento?
Sono per caso alibi per non affrontare una vera relazione, un vero confronto?
Ancora, sono alibi per dilazionare un impegno che forse sarebbe troppo oneroso?
E se fosse troppo oneroso, perchè nascondere a se stessi l'ammissione della difficoltà?
Siamo sicuri che la distanza non sia solo il pretesto per continuare a fare la vita di sempre con qualche piacevole intermezzo in compagnia di colui/colei che ti aspetta per il finesettimana o quando ha un giorno/un ora disponibile?
E se pure lui/lei fosse la persona giusta, quella del destino, ha senso chiudersi tutte le porte per un altra giusta, un altra 'del destino' però raggiungibile più facilmente?
Tutto questo è accontentarsi delle briciole di una vera storia, perchè non meritiamo di più?
La vicinanza è condizione necessaria e sufficiente per determinare il successo di una relazione?

Quanto siamo disposti ad aspettare prima di cedere alla prima che incontri per strada, che copriremo d'oro per un bacio mai dato, per un amore nuovo?

Ci infiliamo in queste gabbie spesso per solitudine del cuore, perchè la speranza del calore di un abbraccio nella sera è ben più forte del dolore della distanza.
Distanza dell'amore altrove.


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