Pensavo al fatto che nonostante siamo ben coscienti del dolore subito non vogliamo liberarci di certi pensieri, al fatto che il cuore fa fatica a lasciar andare via le persone sebbene siano la fonte della nostra sofferenza. Siamo resistenti, per lo meno, io lo sono. E' come se mi avessero somministrato cibo e antibiotici per tutta la vita e ora ricercare la molecola in grado di sradicare l'infezione è un onere pesantissimo.
Più vado avanti e più ho necessità di un lavoro maggiore per risalire la china.
Cosa ci è successo negli ultimi 30anni? Quale è stato il momento che ha fatto si che abbiamo deciso di tenere lo strazio nel cuore?
Siamo figlie delle telenovelas brasiliane? Sognatrici della domenica?
Chi è il folle che ci ha convinte che la sofferenza del cuore è un atto obbligatorio?
Quale percorso ci ha condotte ad essere cosi resistenti?
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